28 Aprile 2024
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Il Decamerone, opera massima di Giovanni Boccaccio

25 Marzo 2021 Ludo

Oggi parliamo di una novella, o meglio una raccolta di novelle, che ha certamente fatto la storia della letteratura italiana del secolo XIV, periodo storico di transizione tra l’era classica e quella medievale; ci troviamo nell’epoca letteraria pre-umanistica, epoca in cui proprio il Decamerone apre il cammino alla prosa in volgare italiano, lingua attraverso la quale Boccaccio raffigura la società di quel tempo in tutte le sue sfaccettature.

Il libro narra di un gruppo di dieci giovani, sette donne e tre uomini, che scappano via dalla città di Firenze invasa dalla peste nera; i dieci ragazzi resteranno fuori città per dieci giorni, ed intratterranno il tempo raccontandosi delle novelle, storie spesso fatte di umorismo e talvolta contenenti temi a sfondo erotico. Per questo motivo, la raccolta fu per un periodo di tempo censurata perché considerata scandalosa, o comunque non idonea per essere presa in considerazione nella storia della letteratura italiana.

Chi era Giovanni Boccaccio

Insieme ai suoi ‘colleghi’ Dante e Petrarca, Giovanni Boccaccio è una delle tre eccellenze più riconosciute della storia della letteratura italiana, forse il più grande prosatore europeo di quell’epoca. Nato tra Giugno e Luglio del 1313 a Certaldo, in provincia di Firenze, da una ‘relazione extraconiugale’ tra suo padre Boccaccino di Chellino ed una donna di basso ceto di cui non si conosce il nome, Giovanni Boccaccio dedicò la sua infanzia principalmente allo studio del latino e di tutte le arti liberali in genere, ma soprattutto all’apprendimento della Divina Commedia.

Suo padre avrebbe voluto che diventasse un buon mercante come lui, ed all’età di quattordici anni lo portò con lui a Napoli, dove lavorava come agente di cambio per conto della famiglia fiorentina dei Bardi; nulla da fare, il giovane Giovanni sembrava non trovarsi a proprio agio nel settore, e fu così che il padre decise di iscriverlo alla facoltà di giurisprudenza, dove però frequentò soltanto per un paio di anni. Grazie alla sua amiciza con il poeta guelfo Cino da Pistoia, Boccaccio apprese la tradizione del dolce stil novo in lingua volgare, iniziò ad occuparsi dei grandi classici della letteratura latina ed a scrivere le sue prime opere in lingua volgare, tra le quali ricordiamo Teseida, Filostrato, Filocolo, e la Caccia di Diana.

Come si articola il Decamerone

Come già accennato, il Decamerone è senza dubbio l’opera magna di Giovanni Boccaccio, ovvero quella che segnò effettivamente la sua piena maturità letteraria e che servì anche come punto di riferimento per altri grandi autori di livello internazionale, come l’inglese Geoffrey Chaucer o gli spagnoli Lope de Vega e Miguel de Cervantes. L’opera ha come protagonisti dieci ragazzi che scappano via da Firenze per sfugire al flagello della peste nera, e si intrattengono raccontandosi delle novelle a sfondo umoristico, talvolta riconducibile al filone dell’erotismo bucolico già percorso dal greco Teocrito.

Il poema è in pratica una raccolta di cento novelle attraverso le quali Boccaccio intende rappresentare la vita di tutti i giorni sotto vari aspetti e punti di vista, offrendo una visione globale di quella che era la civiltà del Trecento. I temi principali del Decamerone sono fondamentalmente due; il primo è dimostrare al mondo intero che ci si può riprendere da qualsiasi disgrazia o calamità naturale, come fanno i dieci ragazzi sfuggiti alla peste, mentre il secondo è un po’ più ‘personale’, legato all’ossequioso rispetto dell’artista verso le donne, a quell’epoca considerate lettrici più assidue rispetto agli uomini, e quindi sue potenziali ammiratrici.

Fortuna e Natura, le due ministre del mondo

Nel DecameroneBoccaccio fonda la sua concezione di vita sul contrasto tra due forze, una esterna e cioè la fortuna, che condiziona l’uomo nelle sue scelte, ed una invece interna, ovvero la natura, forza primordiale che trova nell’amore la sua massima espressione. Egli considera l’amore motivo di gioia ma anche di dolore, e la virtù che ogni uomo dovrebbe possedere è rappresentata dalla sua capacità di controllare e dominare gli impulsi naturali che esso genera.

Va ricordato che le novelle del Decamerone sono servite anche da spunto per vari lavori cinematografici, con un primo film che risale al 1912, seguito poi da tantissime altre rivisitazioni; nel 1971 il celebre regista italiano Pier Paolo Pasolini portò a compimento un grande progetto cinematografico intitolato la trilogia della vita, che oltre al film sul Decamerone comprendeva anche la rivisitazione cinematografica de I racconti di Canterbury di Geoffrey Chaucer, e de Il fiore delle mille e una notte, film dedicato alla celeberrima raccolta di racconti orientali.