28 Aprile 2024
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I racconti di Emanuela, la modella costretta a prostituirsi

24 Settembre 2021 Ludo

Ormai non c’è neppure più da scandalizzarsi nell’apprendere certe notizie, ma è certo che fanno rabbia un po’ a tutti, almeno quelli che hanno un cuore; risale ad qualche anno fa la triste notizia di uno spiacevole caso di sfruttamento ed induzione alla prostituzione perpetrata ai danni di una giovanissima modella da parte dei due titolari di un’agenzia di moda operante su Palermo vicenda fortunatamente risoltasi grazie all’intervento delle autorità.

Massimiliano Vicari e Francesco Pampa, questi i nomi dei due farabutti in questione, sono comparsi sulle prime pagine di tutti i giornali per essere a capo di una organizzazione criminale che gestiva un traffico illecito di baby modelle costrette a diventare ragazze-squillo, attività illecita che, inesorabilmente e giustamente, li ha condotti direttamente al carcere. Vanity model management di Frà e Max, era questa la ragione sociale dell’agenzia, che organizzava castings, provini, e sfilate per ragazze giovanissime, praticamente liceali, che sognavano le grandi passerelle ed i magici ambienti dell’alta moda, ma che alla fine si è rivelata essere una copertura per un grosso giro di sfruttamento minorile ed induzione alla prostituzione.

Il racconto di Emanuela

Per ovvi motivi di sicurezza, precisiamo subito che il nome Emanuela è fittizio, così come alcuni altri citati nel racconto, che la stessa protagonista narra i fatti in prima persona, e che tutto ha inizio nei momenti immediatamente successivi ad una sfilata. ‘Stai ferma e lasciati andare…vedrai che ti piacerà’, è stato così, proprio con queste parole sussurrate al suo orecchio, che Francesco Pampa ha iniziato ad abusare della giovane ragazza infilandole la mano negli slip mentre lei piangeva ed era terrorizzata, ma Emanuela non ha mai detto niente a nessuno di quanto era appena accaduto.

La stessa mamma della ragazza, sotto interrogatorio da parte del Giudice per le Indagini Preliminari di Palermo, ha confessato che si fidava ciecamente di questi signori, ai quali di tanto in tanto chiedeva come stesse la figlia e come andasse il suo lavoro, e ricevendo come risposta un tranquillizzante ‘la nica (=piccola, ragazzina) sta bene, va tutto bene signora. In effetti non andava bene per niente, perché dopo quella orribile ‘prima volta’, sia Emanuela che alcune altre sue amiche tra cui Maria (altro nome fittizio), venivano regolarmente costrette a prostituirsi, e talvolta obbligate a farlo anche con più persone contemporaneamente.

La fiera del vino di Trapani

Dopo aver in qualche modo ‘svezzato’ personalmente le ragazze dell’agenzia, Francesco Pampa iniziò ad organizzare per loro tutta una serie di incontri sessuali con persone facoltose del luogo, personaggi che le stesse ragazze dicono fossero importanti e soprattutto pieni di soldi. Ogni rapporto sessuale intrattenuto da una ragazza veniva ricompensato con una mancia di solito compresa tra i 50 ed i 200€, sempre rigorosamente in contanti, ma i soldi non bastavano ad alleviare le pene delle ragazze, perciò il Pampa di tanto in tanto organizzava, sempre con le ragazze, delle ‘gite fuori porta’ e ‘weekend erotici’, dove oltre al sesso circolava anche parecchio alcool, giusto per tenere alto il morale delle ragazze e farle ‘divertire’ di più.

In occasione di una sagra del vino che si svolgeva nella vicina Trapani, Francesco Pampa, sempre lui, si presentò nella stanza d’albergo dove alloggiavano insieme alcune delle ragazze tra cui Maria e la stessa Emanuela, e dopo aver stappato insieme a loro un paio di bottiglie, fece sesso con alcune di loro, obbligando le altre ad andare a bussare alle camere di alcuni suoi amici con i quali aveva preso accordi per procurargli una notte di sesso sfrenato.

Un traffico illecito che si spingeva anche oltre la Sicilia

In tutto questo, le mamme delle giovani modelle sarebbero ovviamente state all’oscuro di quanto accadeva, infatti le ragazze erano spesso costrette a mentire in famiglia e, specie quando c’era qualche ‘incontro particolare’, dicevano loro che si sarebbero trattenute a dormire in agenzia perché stavano provando alcuni campionari di abiti, e che quindi avrebbero fatto le ore piccole lavorando. Macchè, le cose non stavano affatto così, anzi a volte si spostavano anche ‘in trasferta’ per le loro ‘notti a luci rosse’.

Emanuela racconta anche di un suo viaggio ‘di lavoro’ a Vermezzo in provincia di Milano, in occasione di un evento ippico svoltosi nel 2019; la giovane aspirante modella racconta che in quell’occasione tutte le ragazze presenti vennero ricompensate con una mancia di 200€ ciascuna, ma che per ottenere questo denaro furono costrette a prostituirsi con diversi uomini, tra cui anche personaggi conosciuti nel mondo della tv e dello spettacolo in generale. Per fortuna la giustizia ha sgominato l’organizzazione criminale e salvato le ragazze dall’ infausto destino al quale stavano andando incontro.